Negli
ultimi anni abbiamo assistito ad un crescendo del “movimento
dell'autostima”, che ha coinvolto tutti, anche i genitori.
È
stato fatto notare quanto sia sbagliato continuare a sommergere i
figli di critiche chi minano la loro stima e che li fanno
sentire incapaci, trasformandoli poi in adulti insicuri.
Ed
in effetti non si può certo dire che il consiglio fosse sbagliato. È
dimostrato che bambini che hanno il giusto concetto delle proprie
capacità, diventano adulti che sapranno gestire la propria
vita.
I
bravi genitori quindi, si son rimboccati le maniche e hanno cercato
di rendere i loro figli dei futuri adulti equilibrati.
Ma
c'è un però...
Dalle
indagini sembra che molti giovani che entrano nel campo del lavoro,
arrivino con la convinzione che nessuno è meglio di loro e che tutto
gli è dovuto. Si aspettano un successo
anche dove non eccellono e di
ricevere trattamenti di favore. Naturalmente poi si deprimono quando
si rendono conto che il mondo non li vede con il loro stesso occhio
ed hanno una crisi di identità.
La
ricerca della causa
A
volte queste situazioni sono riconducibili all'educazione ricevuta.
Molti genitori, nel tentativo di accrescere l'autostima dei figli
hanno ecceduto nelle lodi, lodandoli anche quando non era il
caso e osannando ogni piccolo risultato che ottenevano sebbene
insignificante.
Nel
tentativo di non demoralizzarli hanno ignorato tutti i loro sbagli ed
esaltato tutto quello che potevano delle loro caratteristiche, e a
volte anche quello che non c'era da esaltare.
Anziché
insegnare loro come fare le cose bene, hanno insegnato loro che tutto
quello che facevano andava bene.
I
risultati di questo squilibrio sono stati adulti incapaci di vedere i
propri difetti e comprendere quando è giusto stimarsi e quando no.
Adulti che non sanno cosa significa imparare a migliorare.
L'equilibrio
E'
giusto lodare un bambino quando lo merita e sbagliato criticarlo
quando merita una lode solo per farlo impegnare di più.
Ma
è sbagliato lodare un bambino solo per farlo sentire bene, perché
questo produce in lui una scorretta opinione di sé, impedendogli di
capire dove e come migliorarsi.
Un
libro dice: “La vera sicurezza risulta dall'affinamento dei propri
talenti e dall'apprendimento, non dal sentirsi dire che si è grandi
solo perché siamo al mondo”.
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