La
sigla OGM è ormai conosciuta da tutti, e tutti sanno che sta per
“Organismi geneticamente modificati”.
In
realtà pochi sanno che questa è una sigla commerciale, ovvero usata
soprattutto dai media per indicare un determinato tipo di
modificazione genetica, che è quella di alcuni vegetali utilizzati
poi nelle grandi industrie alimentari.
Il
campo delle modificazioni genetiche invece, è molto più ampio e non
è incluso solo in questa sigla.
Da
diverso tempo molti sono spaventati da questa sigla.
La
sola idea che quello che mangiamo non è “naturale”, o per usare
il termine più comune “biologico”, induce a pensare di mangiare
spazzatura o qualcosa di potenzialmente dannoso per la salute.
Ma
è davvero paura la sensazione che la gente del mondo prova nei
riguardi di questi alimenti?
Secondo
uno studio condotto di recente, in America tutti gli alimenti che non
riportano l'indicazione specifica “biologico”, sono in prevalenza
OGM.
E
gli americani come si comportano?
Non
si fanno troppe domande e li usano senza problemi.
Secondo
l' USDA (U.S.
Department of Agriculture)
nel 2011 le categorie di alimenti sottoposti a interventi di
ingegneria genetica sono stati principalmente 4: zucchero, mais,
soia, oli per il condimento.
Ma
a questi vanno aggiunti tutti i prodotti che derivano da ingredienti
geneticamente modificati, come la papaia, le zucche gialle, gli
alimenti a base di soia e l'olio di cotone.
Come
risultato gli americani mangiano 87 Kg di alimenti modificati a testa
ogni anno.
A
questo dato va aggiunto che l'aumento di queste colture ha prodotto
una resistenza maggiore delle erbe infestanti e degli insetti, che ha
portato ad un aumento dell'uso dei pesticidi e degli erbicidi
nell'agricoltura.
Insomma,
gli americani sbagliano o fanno bene a mangiare OGM?
Come
dicevamo prima, i media hanno sempre demonizzato questa sigla,
inducendo le persone a pensare che sia sinonimo di cattiva qualità.
Per contro Philippe Busquin, commissario Europeo alla ricerca
sostiene che questo tipo di alimenti sono addirittura più sicuri di
quelli tradizionali che troviamo nel mercatino sotto casa.
A
chi dare ascolto, considerando anche gli interessi di tipo economico
che gravitano intorno a questo tipo di industrializzazione?
Ognuno
di noi farebbe bene a documentarsi personalmente e decidere per se, evitando di
ascoltare le voci che circolano.
Qualche
informazione in più su questo tipo di alimenti la troviamo in questo
sito:
Nessun commento:
Posta un commento