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venerdì 19 ottobre 2012

OGM: sigla che deve far paura?

La sigla OGM è ormai conosciuta da tutti, e tutti sanno che sta per “Organismi geneticamente modificati”.
In realtà pochi sanno che questa è una sigla commerciale, ovvero usata soprattutto dai media per indicare un determinato tipo di modificazione genetica, che è quella di alcuni vegetali utilizzati poi nelle grandi industrie alimentari.
Il campo delle modificazioni genetiche invece, è molto più ampio e non è incluso solo in questa sigla.
Da diverso tempo molti sono spaventati da questa sigla.
La sola idea che quello che mangiamo non è “naturale”, o per usare il termine più comune “biologico”, induce a pensare di mangiare spazzatura o qualcosa di potenzialmente dannoso per la salute.
Ma è davvero paura la sensazione che la gente del mondo prova nei riguardi di questi alimenti?
Secondo uno studio condotto di recente, in America tutti gli alimenti che non riportano l'indicazione specifica “biologico”, sono in prevalenza OGM.
E gli americani come si comportano?
Non si fanno troppe domande e li usano senza problemi.
Secondo l' USDA (U.S. Department of Agriculture) nel 2011 le categorie di alimenti sottoposti a interventi di ingegneria genetica sono stati principalmente 4: zucchero, mais, soia, oli per il condimento.
Ma a questi vanno aggiunti tutti i prodotti che derivano da ingredienti geneticamente modificati, come la papaia, le zucche gialle, gli alimenti a base di soia e l'olio di cotone.
Come risultato gli americani mangiano 87 Kg di alimenti modificati a testa ogni anno.
A questo dato va aggiunto che l'aumento di queste colture ha prodotto una resistenza maggiore delle erbe infestanti e degli insetti, che ha portato ad un aumento dell'uso dei pesticidi e degli erbicidi nell'agricoltura.
Insomma, gli americani sbagliano o fanno bene a mangiare OGM?
Come dicevamo prima, i media hanno sempre demonizzato questa sigla, inducendo le persone a pensare che sia sinonimo di cattiva qualità. Per contro Philippe Busquin, commissario Europeo alla ricerca sostiene che questo tipo di alimenti sono addirittura più sicuri di quelli tradizionali che troviamo nel mercatino sotto casa.
A chi dare ascolto, considerando anche gli interessi di tipo economico che gravitano intorno a questo tipo di industrializzazione?
Ognuno di noi farebbe bene a documentarsi personalmente e decidere per se, evitando di ascoltare le voci che circolano.
Qualche informazione in più su questo tipo di alimenti la troviamo in questo sito:


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